esodo


 Ora che siamo ai confini della nostra terra
e le mani, stanche di costruire sogni,
vorrebbero calore, arriva la tormenta.

Abbiamo innevato le cime con ideali

e increduli
siamo rimasti a fissarne le sommità,
delusi dalla disfatta nella scalata,
già inconsapevoli eroi di una certa quota.
La muffa sul pane e la tessera della biblioteca
non sono mai stati dei segnali.

Il cuscino di paglia e la musica del carosello
non sono mai state delle coccole.

guerriglia


Non è certo deponendo le armi che si placa la furia del combattimento.

Non sono i miei occhi stanchi e imploranti pietà per mio figlio
che elimineranno la gelosia e la passione che nutri dentro di te;
l'idillio della nostra battaglia a cuore aperto...

Quale altro luogo esploreremo per distruggerci?
Quale il varco su cui mi trafiggerai?

Sono lenti passi di danza quelli che mi conducono alla tua dimora
e saranno denti bianchissimi quelli che sfoggerò durante la tua sepoltura.

materialismi


E' quando iniziano a formicolare le mani, non si mantiene lo sguardo fisso,
calvo il sentimento si avvicina alla solitudine, appare la linea di confine.

La bramosia del desiderabile che supera il desiderato stesso,
fino ad inglobarlo.



E senza torcere un capello al sogno, il velocista mormora:
per quanto tu ti possa sforzare di collezionare meraviglie,

questo è materialismo.

Quando la corrente attraversa il tuo intestino
senza farti respirare

e la conversione degli umori
porta il rombo di un ricordo,

recidi il capillare legame
e avvia
la
sparatoria sul cuore